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lunedì 13 febbraio 2012

EuroNCAP: le auto più sicure del 2011

La sicurezza è un tema sempre più caro agli automobilisti: airbag di tutti i tipi, ABS, ESP e tutti gli altri dispositivi elettronici di aiuto alla guida sono ormai sempre più familiari e richiesti al momento dell'acquisto di una nuova auto. L'istituto europeo che si occupa di testare le nuove auto da questo punto di vista è l'EuroNCAP, che sottopone i vari modelli a diversi tipi d'impatto e test al fine di provare la bontà (o di trovare gli eventuali difetti nascosti) di un progetto su quattro ruote.


Nel 2011 questo ente ha sottoposto a test 53 modelli differenti, con risultati che nel complesso potremmo definire più che buoni: sul totale di vetture che sono passate tra le mani dell'EuroNCAP, infatti, solo una (la Dacia Duster) ha ricevuto tre stelle mentre 11 ne hanno avute quattro; le altre 41 sono state tutte premiate con il massimo (5 stelle), ma va detto che nel dettaglio delle singole voci ci sono stati comportamenti molto differenti.

La classifica delle migliori ("EuroNCAP's Best in Class Cars 2011") dell'anno passato ha quindi tenuto conto di tutti questi parametri per eleggere le auto più sicure per ognuna delle cinque categorie in esame: Piccole 4x4, Supermini, Piccole Familiari, Piccole Monovolume e Grandi Familiari. Andando ad esaminare le singole voci si scopre che nella categoria delle Piccole 4x4 ha trionfato la Audi Q3, con ottime valutazione specialmente per quanto riguarda la protezione di adulti e bambini, mentre nelle Supermini l'ha spuntata la Chevrolet Aveo con punteggi piuttosto simili.


Per quanto riguarda invece le auto più adatte alle famiglie, tra le piccole monovolume ha prevalso la nuova Mercedes Classe B, mentre nelle diverse tipologie di familiari si sono aggiudicate l'alloro del vincitore la Ford Focus e la Volvo V60, con quest'ultima che è stata premiata con il massimo punteggio per quanto riguarda i dispositivi di aiuto alla guida.

  • Piccole 4x4: Audi Q3
  • Supermini: Chevrolet Aveo
  • Piccole familiari: Ford Focus
  • Piccole monovolume: Mercedes Classe B
  • Grandi familiari: Volvo V60
   

Fonte:
Repubblica motori

venerdì 10 febbraio 2012

Pneumatici e batterie più efficienti con la nanotecnologia

Ci sarà sempre più nanotecnologia nel futuro dell'auto. Lo affermano gli scienziati che hanno dato vita oggi al Laboratorio per le Nanotecnologie.

 

Piccolo è bello, ma soprattutto è molto efficiente. La conferma di come la tecnologia del domani sarà sempre più spesso legata alla nanotecnologia arriva dal nuovo Laboratorio per le Nanotecnologie e le Nanoscienze inaugurato proprio oggi a Roma grazie ai fondi dell'Università La Sapienza e della Regione Lazio.
Il laboratorio attirerà numerosi scienziati e ricercatori tra fisici, ingegneri e biologi, in modo da abbracciare praticamente ogni aspetto della tecnologia con le nuove e potenzialmente molto interessanti scoperte che potrebbero essere rese possibili da questa struttura all'avanguardia.
Le applicazioni del futuro per quanto riguarda la nanotecnologia sono infatti molto ampie e consentiranno di lavorare con materiali e componenti in modo innovativo, arrivando a modellare e scolpire un oggetto di dimensioni fino a 1 milione più piccole rispetto a quelle di un capello umano.
Tra i tanti settori che potranno beneficiare della ricerca svolta presso il laboratorio ci sarà anche quello automobilistico o dei trasporti in genere. Secondo gli scienziati, infatti, le nanotecnologie potrebbero portare a notevoli miglioramenti della sicurezza dei veicoli, con pneumatici intelligenti i cui sensori, di dimensioni ridottissime, sarebbero in grado di fornire un numero di informazioni sensibilmente più elevato e preciso di quanto fatto dai sensori utilizzati attualmente su diversi modelli.
Benefici potrebbero arrivare inoltre anche per le batterie al litio, componenti ormai sempre più centrali per le automobili con la progressiva diffusione dei modelli elettrici e ibridi, le quali saranno probabilmente più potenti e sicure, oltre che meno ingombranti, di quelle odierne.
Fonte: Motori.it

giovedì 9 febbraio 2012

Lapo Elkann: la miglior collezione di auto è sua


Una giuria americana ha eletto la collezione d'auto di Lapo Elkann come la migliore del mondo.



Lapo Elkann possiede la più bella collezione di auto al mondo, superiore anche a quella di attori, magnati e ricchi imprenditori di ogni angolo del globo. A dirlo è stata una testata internazionale che ha presentato i vincitori dei Wallpaper Design Awards 2012, un riconoscimento che premia personaggi, prodotti e brand che si sono distinti nel corso dell'anno nel campo del design, dell'architettura, della produzione industriale e della moda.
Del resto il "curriculum" di Lapo Elkann e la sua passione per le auto non è certo una sorpresa per la giuria americana. Nella collezione del giovane rampollo di casa Agnelli ci sono auto di ogni dimensione e di ogni categoria, a iniziare dalle Ferrari California e 458 Italia, personalizzate secondo i gusti di Lapo: la prima è rivestita di jeans mentre la seconda ha una colorazione mimetica, molto cara al proprietario.
Nella collezione del giovane Elkann figura anche la Fiat 500 Gucci, disegnata insieme a Frida Giannini il direttore creativo dell'omonima casa di moda, 500 Abarth, Jeep Cherokee e una Fiat Seiceto Multipla degli anni Sessanta.
Fonte:motori.it

lunedì 6 febbraio 2012

BMW Il Museo Bmw usa energia pulita

BMW Una veduta dall'alto del Zentrum Museum di BMW, il museo della Casa di Monaco.
La BMW prosegue i suoi sforzi per abbattere le emissioni nocive e proteggere l'ambiente. La Casa di Monaco, infatti, ha recentemente ultimato l'installazione di 400 pannelli fotovoltaici che serviranno ad alimentare gli oltre duemila metri quadrati del Zentrum Museum, il museo che raccoglie ed espone tutti i suoi modelli.
L'investimento, effettuato in collaborazione con la società americana Southern Energy, ha richiesto una spesa complessiva di circa 380 mila euro. Nell'area circostante al museo, inoltre, sono state realizzate anche tre nuove stazioni di ricarica per veicoli elettrici.
Piano energetico. Già nel 2009, la BMW ha investito nove milioni di euro per ridurre le emissioni nocive e migliorare l'efficienza di fabbriche e veicoli. Grazie al programma ogni anno sono state emesse circa 92.000 tonnellate in meno di CO2 e sono stati risparmiati 3,8 milioni di euro di costi energetici. Più di recente l'azienda ha realizzato un centro per lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno. Ciò al fine di facilitare il rifornimento della sua flotta di mezzi a fuel cell per la movimentazione dei materiali nello stabilimento dove viene assemblato il modello BMW X3. R.Bar.

Assicurazioni Per gli stranieri premi più alti

L'assicurazione in Italia è spesso un salasso, ma le polizze sono ancor più care per gli immigrati e in particolare per cittadini di nazionalità rumena o polacca. Già negli anni passati Quattroruote aveva più volte denunciato il fenomeno delle cosiddette polizze etniche. Ora la questione è stata nuovamente sollevata dall'Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che ha sottoposto questo comportamento all'attenzione della Presidenza del Consiglio dopo aver ricevuto numerose segnalazioni al suo contact center.
Il 25% delle compagnie. Per approfondire e valutare il problema, l'ufficio antidiscriminazioni ha aperto un tavolo tecnico con l'Ania (Assiciazione nazionale delle imprese assicuratrici) e l'Isvap (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private). Dai dati dell'indagine conclusiva "è emerso che il 25% del campione - si legge nel documento diffuso dall'Unar - applica premi assicurativi maggiorati in relazione alla nazionalità e per quanto attiene al fattore residenza alcune compagnie che applicano maggiorazioni sulla nazionalità non tengono conto della residenza, mentre altre penalizzano i cittadini stranieri oltre che sulla base del fattore nazionalità anche sul fattore residenza".
Nessun obiettivo discriminatorio. L'Ania tuttavia si difende sostenendo che "la differenziazione tariffaria in base alla nazionalità non ha mai avuto un obiettivo discriminatorio". La medesima versione è stata fornita da diverse assicurazioni. Fra le varie compagnie interpellate dall'Unar, una ha giustificato le tariffe differenziate motivando che "sono in parte imputabili alla diversità tra Italia e altri Stati di segnaletica stradale, abitudini di guida, densità di traffico e viabilità". Un'altra, invece, chiarisce che "ai fini della formazione della tariffa vengono presi in considerazione una serie di fattori tra i quali la cittadinanza, ma non la nazionalità".
Passo indietro. L'Unar auspica ora un passo indietro, in modo tale che "tutte le compagnie assicurative offrano la stipula dei contratti RC Auto applicando ai contraenti con cittadinanza non italiana le medesime tariffe previste, a parità di ogni altra condizione, per i cittadini italiani, e comunque tariffe indipendenti dalla cittadinanza dei richiedenti". R.Bar.
Fonte:Quattroruote

domenica 5 febbraio 2012

Ecco la gomma intelligente camion e bus più sicuri

In un sensore tutti i dati per viaggiare in sicurezza. Ecco l'idea che consente al pneumatico di "parlare" contemporaneamente all'autista e alla "torre di controllo" delle flotte, segnalando pressione e temperatura. 

Si chiama Cyber Fleet, ed è la gomma "intelligente" studiata apposta per l'autotrasporto e inventata dalla Pirelli. L'idea di base sta tutta in un sensore elettronico e in un sistema telematico che segnalano in tempo reale all'autista - ma anche al gestore delle flotte - le condizioni del pneumatico.

"Con Cyber Fleet - spiegano con un pizzico di orgoglio alla Pirelli - ampliamo all'autotrasporto la tecnologia Cyber Tyre studiata per la sicurezza degli pneumatici per autovettura. Cyber Fleet è l'ultimo nato della linea di soluzioni innovative per la mobilità sostenibile sviluppate dai ricercatori Pirelli. Il nuovo sistema è finalizzato a tenere le coperture sotto continuo controllo, rilevando eventuali anomalie, e garantirne la corretta manutenzione. Qualità, manutenzione e corretto uso degli pneumatici sono essenziali ai fini della sicurezza stradale: una costante e corretta pressione consente precisione di guida, affidabilità in frenata e curva, e assicura costi d'esercizio inferiori, riducendo i consumi del mezzo e prolungando la vita dello pneumatico".

Realizzato in collaborazione con Schrader Electronics (leader mondiale delle tecnologie di monitoraggio a bordo veicolo della pressione delle gomme) questa nuova diavoleria come dicevamo ha un cuore, ossia il sensore TMS (Tyre Mounted Sensor) che si piazza sulla superficie interna della copertura: è lui che raccoglie i dati relativi alla pressione, alla temperatura e all'identificazione del pneumatico. "Il sistema - spiegano poi
gli ingegneri della Pirelli - trasmette contemporaneamente all'autotrasportatore e al gestore della flotta, i dati raccolti dalsensore. La flotta è così in grado di effettuare procedure di diagnostica e intervento, in modo da garantire massima sicurezza a ciascun mezzo pesante. Il processo di interpretazione dei dati non è solo affidato alla responsabilità dell'autotrasportatore , ma anche al fleet manager, che da remoto, cura la sicurezza dell'intera flotta. Grazie a Cyber Fleet il gestore avrà l'opportunità di controllare se gli pneumatici vengono mantenuti alla pressione ottimale, condizione necessaria alla ottimizzazione dei consumi di carburante e alla massimizzazione della durata delle coperture e potrà altresì programmare le verifiche di usura del battistrada, conoscendo la percorrenza chilometrica di ogni gomma, con benefici concreti in termini di sicurezza.
Cyber Fleet sarà testato dalle flotte europee e sudamericane a partire da febbraio 2012 e sarà disponibile sul mercato a partire dal prossimo settembre".
 Fonte: Repubblica

giovedì 2 febbraio 2012

Le donne parcheggiano meglio degli uomini


 

"Più lente e precise, non gli sfugge nulla". Questa la conclusione di uno studio della National Car Parks, la più importante azienda di parking di tutto il Regno Unito, che ha preso in esame 2.500 automobilisti in un mese di registrazioni video

 

Le donne parcheggiano  meglio degli uomini
Udite udite: le donne parcheggiano meglio degli uomini. Ad abbattere il cliché più granitico poteva riuscirci solo la scienza: secondo uno studio della National Car Parks, la più importante azienda di parking di tutto il Regno Unito, le donne sono sì più lente, ma anche più precise e accurate nel posteggiare la macchina. Guidano piano, è vero, ma proprio questa caratteristica rappresenta il loro asso nella macchina, perché gli permette di concentrarsi meglio sui posti disponibili e di arrivare al fatidico momento della manovra a incastro più rilassate e attente.

Per capirlo l'azienda ha preso in esame 2.500 automobilisti in un mese di registrazioni video, catturate in 700 autorimesse diverse. In una scala di valutazione da 0 a 20 punti, le donne hanno ottenuto un risultato di 13,4 punti, contro i 12,3 degli avversari maschili, dimostrando anche molta più pazienza e precisione nel rispettare le linee di demarcazione stradale. Il 53% delle guidatrici si è addirittura presa la briga di risalire in macchina dopo essersi accorta di aver parcheggiato male, contro il misero 29% degli uomini.

Più di tre quarti delle donne, inoltre, sono riuscite brillantemente nella cosiddetta "posizione di pre-parcheggio", il posizionamento per entrare in uno spazio. Il 39% ha eseguito in modo totalmente pulito la retromarcia, rispetto al 28 per cento degli uomini monitorati, che si sono dimostrati più veloci nel parcheggiare, impiegando 16 secondi rispetto ai 21 necessari alle
"avversarie" per completare la manovra, ma il tempo aggiuntivo ha consentito al 52 per cento delle donne di piazzarsi proprio nel mezzo del parcheggio, rispetto al 25 per cento dei guidatori maschi.

E' vero che parcheggiare in mezzo alle strisce può non essere il criterio migliore di giudizio, soprattutto nel caso in cui chi ha parcheggiato prima ha lasciato l'auto molto vicina alla linea di demarcazione. Ma il risultato finale è stato che le donne hanno ottenuto 13,4 punti su 20, mentre gli uomini si sono fermati a 12,3, dimostrando di non seguire quasi mai la procedura di pre-posizionamento, difficilmente riposizionando la vettura una volta infilata in un parcheggio e spesso, per impazienza, forzando troppo il piede troppo sull'acceleratore e perdendo così di vista gli spazi utili e i posti appena lasciati liberi.

Insomma: anche se ci mettono i media 5 secondi in meno delle donne, i maschietti sono meno precisi nelle manovre in retromarcia e nel centrare la macchina nel posteggio. Conclusioni sufficienti ad abbattere una volta per tutte l'anacronistico assioma secondo cui il "sesso debole" e il parcheggio sono due mondi distanti che mai s'incontreranno.

Neil Beeson, istruttore di guida che ha lanciato l'esperimento, sostiene che "gli uomini sono sempre stati migliori ad apprendere e di solito più recettivi nelle lezioni. Tuttavia è possibile che le donne conservino meglio quel che imparano. I risultati sembrano anche sfatare la convinzione che gli uomini abbiano una maggior consapevolezza spaziale".

E dire che, meno di un anno fa, un altro studio inglese aveva confermato esattamente il contrario. La Driving Standards Agency, numeri alla mano, ha spiegato che su 170mila donne inglesi bocciate all'esame per la patente nel 2010, 55mila sono state respinte proprio per colpa del parcheggio, incapaci di mettere una macchina tra le altre, anche senza nessun'altra vettura di mezzo. Secondo i ricercatori, la spiegazione è semplice: le fanciulle studiano di meno. Sempre secondo la stessa agenzia, se ai maschi bastano 36 ore di lezione, alle donne ne servono come minimo 52 e tante volte nemmeno bastano. Il record lo detiene una studentessa che lo scorso anno ha passato l'esame di guida al ventunesimo tentativo. Dopo cioè ben 22 anni di "studio".

E a rincarare la dose ci si è messa anche la Ruhr University Bochum, che proprio per dimostrare che la donna al volante non è un pericolo costante, ha provato quello che voleva smentire. Nel test infatti ha radunato 66 volontari, 33 uomini e 33 donne, chiedendo a tutti di parcheggiare un'Audi in uno spazio un po' angusto ma non impossibile. Per riuscire ad eseguire come si deve la manovra le donne hanno impiegato 20 secondi in più degli uomini e parcheggiando anche peggio, in maniera più ansiogena e legnosa. Ma poiché in ambito scientifico è sempre l'ultimo studio a screditare i precedenti (senza contare che la National Car Parks ha preso in esame 2500 automobilisti, non 66), il pregiudizio merita di essere messo da parte. Parcheggiato, appunto, in un angolo del cervello riservato all'auto-ironia.
Fonte: repubblica motori